All’inizio del percorso museale, nel suggestivo cortiletto di Villa Fogazzaro Colbachini, sono collocate le campane più grandi. All’interno, su un’area di quattrocento metri quadrati, sono disposti su cinque sale oltre duecento pezzi la cui peculiarità risiede, oltre che nel vasto arco di tempo documentato, nella varietà delle provenienze.
Nella prima sala, denominata “Dalle campane cinesi all’età moderna”, i gong cinesi fregiati con ideogrammi augurali sono collocati a ricordare l’antica origine delle campane: il “brevetto” cinese risale a circa 2000 anni a.C. Vi sono inoltre manufatti indiani, birmani, thailandesi e alcuni, splendidi, italiani, fra i quali campane di forma gotica risalenti all’XI secolo.
Il percorso continua nella seconda sala che ricorda la storia dei fonditori veneti dei quali sono esposti alcuni manufatti: campane e campanelle realizzate dalle fonderie De Maria di Vicenza, De Poli di Ceneda-Vittorio Veneto, Cavadini di Verona e soprattutto Colbachini, attivi prima a Bassano del Grappa e poi a Padova. Anche il mondo della navigazione ha fatto ampio uso di campane e campanelle: sono raccolti nella terza sala alcuni manufatti, di provenienza europea, un tempo impiegati su navi, chiatte e battelli.
Nella quarta sala sono radunate tutte le possibili varianti, a noi pervenute, di tintinnabula, mortai, campanacci, campanelli e batole. Infine, una Fonderia Statica illustra le fasi attraverso le quali si articola il metodo tradizionale di realizzazione della campana, dal modello in terracotta all’oggetto finito.