La nascita dell'abbazia della Vangadizza viene generalmente connessa alle cospicue donazioni del marchese Almerico di Mantova e di sua moglie Franca, l'ultima delle quali (e l'unica di sicura datazione) fu una disposizione del 6 dicembre 954, fatta dalla signora Franca, ormai vedova; in questa disposizione la basilica di Santa Maria, che si trova presso l'Adige in località "Vedre", risulta appena ricostruita, mentre non si sa molto altro della precedente e più modesta chiesa. Altre donazioni le fa Ugo di Toscana, con l'avallo dei re d'Italia Berengario II e Adalberto: nella donazione del 30 maggio 961 si parla per la prima volta di un abate e in quella del 29 maggio 993 si parla di un monastero benedettino in costruzione.
Oggi del grande complesso monastico è possibile vedere il chiostro, che risale al 1200, a pianta trapezoidale, al quale si accede da un arco gotico in cotto del 1400. Il portico è coperto a vele, sostenute da pilastri in cotto. Nel 1400 il chiostro viene restaurato e la loggia superiore abbellita con colonnette in marmo di Verona. Al centro del chiostro è conservata un'elegante vera da pozzo in marmo bianco. Certamente il chiostro è l'elemento architettonico più interessante e suggestivo dell'Abbazia. Dal chiostro, attraverso un elegante portale in marmo rosso di Verona si accede al refettorio e attraversata la porta di fronte ci si trova nel giardino dell'Abate, così definito nella vecchia cartografia, dal quale si giunge nella piazza della Vangadizza, un ampio spazio davanti all'ex chiesa dell'Abbazia della Vangadizza. Della chiesa oggi rimangono i soli muri perimetrali poiché la chiesa è stata demolita nel 1836 durante il periodo di proprietà francese.
Sul lato breve di fronte all'ingresso, i resti delle tre antiche absidi: a sinistra si trovava l'altare e la tomba di San Teobaldo, patrono della città, a destra l'altare del Santo Crocifisso con le reliquie dei Santi Primo e Feliciano e al centro l'altare maggiore. Dal 2000 tutta l'area dell'ex chiesa è interessata da una campagna di scavo archeologico. Rimane invece ancora integra la cappella laterale dell'ex chiesa dedicata alla Beata Vergine della Vangadizza costruita nel XV secolo. Di particolare interesse sono gli stucchi dei pennacchi della cupola e i dipinti a fresco del catino dell'abside eseguito dal pittore bresciano Filippo Zaniberti (1585-1636). Gli affreschi rappresentano i miracoli della Vergine.
Nella piazza antistante sono presenti due sarcofagi che custodiscono le spoglie di Alberto Azzo II d'Este e della moglie Cunegonda di Altdorf, capostipiti degli Estensi.
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