Si tratta di una manifattura risalente alla fine del I° secolo a.C. e attiva fino all’inizio del I° secolo d.C., probabilmente di proprietà di due fratelli membri della gens Plotidia, Lucius Plotidius Zos(imus) e Lucius Plotidius Por(silius?) che produceva un particolare tipo di ceramica, la cosiddetta terra sigillata italica, caratterizzata da una superficie brillante rossa – arancione. Il suo nome deriva dalla parola sigillum, un bollo, a forma di piede, al cui interno era impresso il nome abbreviato con cui i diversi artigiani firmavano i vasi realizzati. Nella manifattura lavoravano oltre cinquanta artigiani che producevano questo particolare tipo di ceramica oltre a lucerne come testimoniano i diversi bolli ritrovati. La zona fu scelta per l’installazione della manifattura di ceramica sigillata italica perché possedeva tutti i requisiti necessari per il suo funzionamento:
grande presenza di argilla di ottima qualità (tutto il terreno attorno al complesso produttivo è di natura argillosa, infatti la zona è conosciuta dagli abitanti del luogo come i Pantani o Pantano), legname (tutto il territorio circostante è ancora oggi caratterizzato da estesi boschi) ed abbondante presenza di acqua (fino a non molti anni fa in prossimità del sito era ancora attiva una piccola sorgente nota agli abitanti locali come Morson o Morso Cupo).
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.