Catacomba Cristiana, l'unica in Umbria, contenente più di 300 sepolture. Note già nel XVII secolo col nome di Grotte di Traiano, vennero poi esplorate in età moderna agli inizi del 1900 dall'archeologo Giuseppe Sordini.
La catacomba si sviluppa attraverso un corridoio rettilineo lungo circa 22 m, che penetra all'interno della collina fino ad una profondità di circa 7 m dal piano di campagna; da questo si dipartono quattro gallerie, due su ogni lato, di cui una con andamento semicircolare, larghe circa 1,50 m con copertura a volta schiacciata. Lungo le pareti si aprono file sovrapposte di loculi di varie misure, spesso chiusi da tegoloni, e aventi, come oggetti di corredo, semplici lucerne in terracotta mentre sul pavimento sono state scavate alcune formae, chiuse anch'esse con tegole, che recano segni circolari incisi prima della cottura. L’assenza di iscrizioni, in genere apposte sulle lastre di chiusura delle tombe che presentavano il nome del defunto, fa ritenere una appartenenza della catacomba ad un ceto non alfabetizzato.
Le lucerne e gli altri materiali recuperati indicano una frequentazione dell’area compresa tra il IV e il V secolo d.C L’uso di seppellire i defunti in ambienti sotterranei risale già agli Etruschi, ma con il cristianesimo nacquero dei sepolcreti ipogei molto più complessi ed ampi, per accogliere in un ‘unica necropoli tutta la comunità.
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