Nel medioevo la denominazione era Poggio del Priore, poiché il feudo era alle dipendenze del monastero benedettino S.M. Assunta di Valfabbrica; nei pressi vi era un allevamento di suini che serviva soprattutto al sostentamento alimentare dei monaci, tantoché nello stesso periodo questa località era chiamata “porcile”, nome che compare proprio così nel documento ufficiale del 1177 con cui l’imperatore Federico Barbarossa riassegna il terreno del Poggio, dopo un’usurpazione, all’abbazia di Valfabbrica.
Il borgo era protetto da un’importante cinta muraria tuttora visibile nei resti. La torre anticamente aveva un imbocco dalla parte verso la valle, sotto il piede della torre stessa. L’imbocco fa intravedere un corridoio sotterraneo con direzione verso il pozzo del Comune, sito a valle lungo la strada per il Capoluogo. Si tratta probabilmente di un antico accesso strategico, per il rifornimento dell’acqua oppure solo un semplice sottosuolo riservato.
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