L’edificio che ospita la Fondazione Jorio Vivarelli e il Museo nasce alla fine degli anni Sessanta dal progetto di Oskar Stonorov, uno tra i maggiori esponenti dell’architettura razionalista che fece parte, con Mies von der Rohe, Gropius e Mendelsohn, dell’ondata di esuli che tra gli anni Venti e Trenta lasciarono l’Europa per gli Stati Uniti, contribuendo in tal modo a introdurre e diffondere, nella realtà americana del New Deal, le acquisizioni e le esperienze del Movimento Moderno.
Vistando i saloni espositivi è possibile seguire il percorso creativo dello scultore dalla sua giovinezza artistica, con le opere intimiste che indagano sulla vicenda esistenziale dell'uomo, ai celebri Crocifissi che testimoniano la violenza e l'umiliazione subita da chi, come lui, fu prigioniero nei campi di concentramento, per passare alle opere per le piazze ideate durante il soggiorno americano con Stonorov e finire con l'ultimo periodo caratterizzato dal celebre ciclo dell'Uomo Nuovo.