L'area archeologica di Malignano è una necropoli etrusca situata presso la località di Malignano, nel comune di Sovicille. Le prime testimonianze dell'uomo in questa zona risalgono agli ultimi secoli dell'Età del ferro, nel periodo dall'VIII secolo a.C. al VII secolo a.C.. In età arcaica, data la vicinanza ad una via naturale di comunicazione come il fiume Merse il luogo assume maggior rilievo, con la tendenza delle classi aristocratiche rurali a controllare il maggior numero nelle vie di commercio in Etruria. Sul finire del IV secolo a.C. l'intera pianura viene convertita all'agricoltura, accogliendo con sé gruppi di agricoltori e allevatori per gestirla, villaggi di lavoratori che, se pur subalterni alle città, godevano di una certa agiatezza, dati i dignitosi corredi rinvenuti nelle necropoli di Malignano, Orgia, Grotti e Toiano nei dintorni di Sovicille.
I corredi delle tombe sono costituiti da ceramiche di produzione volterrana a vernice nera, crateri a figure rosse, ceramica a vernice rossa ("presigillata"), ceramica comune e alcune monete, che consentono di datare le tombe tra il III e il II secolo a.C.. Tuttavia l'uso dell'area come necropoli deve essere iniziato probabilmente almeno nel V secolo a.C., come indicano le due stele a ferro di cavallo ricordate dal Pecci edi i pochi materiali d'età classica raccolti durante il restauro condotto dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana nel 1983: un "kyathos" miniaturistico di bucchero grigio ed alcuni elementi di avorio per la decorazione di cofanetti lignei, che hanno la forma di foglie e di leoncini.
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