La villa Widmann è costituita da un insieme di edifici diversi per tempo e stile, affrescati nel 1727 dal più importante pittore del IX secolo Giambattista Pittoni.
Il nucleo principale è di origine cinquecentesca: è una parte dell'originaria struttura del convento di Santo Spirito che venne ristrutturata e ampliata dalla famiglia Widmann. Se si osserva il disegno, commissionato al perito Antonio Minorello nel 1659 da parte dei Widmann, che riporta gli edifici presenti nella piazza di Bagnoli se ne può notare uno sul lato sud verso la chiesa che corrisponde esattamente all'ala orientale della villa. Dall'esame del disegno si può vedere inoltre, sempre nella parte sud della piazza, la presenza della cantina del monastero che mantenne la stessa funzione anche dopo la costruzione della villa.
Ciò che mancava, e che i Widmann dovettero costruire, fu il corpo centrale della villa. I lavori iniziarono attorno al 1647, mentre si stava ultimando la costruzione della chiesa, e terminarono nel 1706. Il giardino interno e il teatro, che all'epoca fu un elemento di fondamentale importanza nella vita della villa e del paese intero, vennero invece realizzati successivamente.
Il nome dell'architetto che ideò villa Widmann non è ancora stato stabilito con certezza: in un primo momento si pensò a Baldassarre Longhena, poi si ritenne più probabile l'ideazione del progetto da parte di Andrea Caminelli, Domenico Rossi o un maestro murario appartenente alla famiglia dei Contino.
Ad oggi il complesso monumentale è uno dei più importanti del Veneto per grandezza e bellezza. Oltre alla Villa, sono parte del complesso il “Brolo” (l'Hortus conclusus del preesistente monastero medievale), il teatro, le cantine, i granai, le scuderie, la ghiacciaia e la torre colombaia.
Nel giardino all'Italiana sono collocate quarantuno statue, realizzate da Antonio Bonazza a metà Settecento. Il gruppo antistante la villa rappresenta i 12 segni zodiacali e gli dei dell'Olimpo; più appartate, tra le alte siepi in carpino, svettano le monumentali statue raffiguranti gli antichi personaggi della commedia dell'arte, oggi protagoniste di suggestivi spettacoli “Suoni e Luci”, che rievocano commedie goldoniane in dialetto veneto.
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