Villa Strohl Fern si trova all'interno del parco di Villa Borghese. Fu acquistata nel 1879 dal nobile alsaziano Alfred Wilhelm Strohl (1847-1927) che aveva interessi artistici e talora indugiava nel mecenatismo. Strohl si era rifugiato a Roma come esule per la particolare situazione politica della sua terra d'origine, contesa all'epoca fra Francia e Germania. Il nome della villa è formato dal suo cognome e dall'aggettivo tedesco "fern" (libero, lontano dalla patria o simile). Dopo la sua morte, avvenuta nel 1927, Strohl fu sepolto nel cimitero acattolico, vicino alla Piramide Cestia e la proprietà passò per testamento al governo francese, che nel 1957 vi sistemò il Lycée Chateaubriand. Gli accessi alla villa sono tre: uno non è distante da piazzale Flaminio, l'altro è all'interno di Villa Borghese in viale Madama Letizia, il terzo si trova quasi di fronte al Museo Etrusco, accanto a Villa Poniatowsky. Negli ultimi anni non è mancato l'interesse di parlamentari ed esponenti della società civile sulla possibile valorizzazione culturale della villa.
A cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento diversi artisti trovarono ospitalità nella villa. Dopo la presenza di alcuni artisti stranieri, vi sistemarono i loro studi pittori come Cipriano Efisio Oppo, Francesco Trombadori e Amedeo Bocchi. Villa Strohl Fern diventò presto luogo di riferimento di altri pittori ed artisti[2], tra cui Carlo Levi, Renato Brozzi, Ercole Drei, Arturo Martini, Virgilio Guidi e Alfredo Biagini oltre che di musicisti e letterati. Oggi è ricordata come uno dei luoghi del Novecento artistico, in particolare della cosiddetta "Scuola Romana". In determinate occasioni è possibile visitare l'ampio spazio verde (circa 80.000 m²), ma dei locali interni è visitabile attualmente solo lo studio Trombadori.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.