Venne costruita dalla famiglia Ghellini su resti di costruzioni precedenti sulla spinta della rivalità esistente con la vicina famiglia Verlato, dovuta alla lotta per il predominio sul paese. Rimase incompiuta per problemi economici della famiglia e la morte inattesa dell’architetto. L’interruzione dei lavori avvenne nel 1679, data incisa in due luoghi del prospetto maggiore, e con la morte dell’architetto, avvenuta il 3 agosto dell’anno successivo, questi non vennero mai più ripresi. Così l’ala settentrionale del grandioso prospetto si vede ancora oggi bruscamente interrotta appena oltre il primo asse delle finestre. Ciò nonostante questo edificio risulta il capolavoro di Antonio Pizzocaro, concepito quasi come un castello medioevale che recava al centro una piazza d’armi, qui rievocata nel cortile, o come una villa romana, cui si richiama il peristilio con il portico, per la maggior parte coperto, che gira su tre lati.
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