Progettata da Dario Varotari il Vecchio come ritrovo di caccia nella seconda metà del XVI secolo, è rimasta proprietà della famiglia che la commissionò originariamente. La pianta quadrata si ripropone anche nella distribuzione dei locali interni, che sono quattro al piano terra e quattro al secondo piano, collegati da una scala a quattro rampe.
Le stanze sono dipinte, con affreschi raffiguranti scene mitologiche, di storia familiare, storia romana e decorazioni varie quali putti e fregi. La camera della vigna ha un soffitto affrescato di un dettagliato pergolato di foglie e grappoli d'uva, mentre sulle pareti è raffigurato un padiglione da giardino con le pareti costituite da piante di vite, al di là delle quali è dipinto lo spazio circostante con architetture e strutture da giardino. Su un lato sono raffigurate grandi finestre chiuse da tendaggi variamente disposti, su lato Nord è invece raffigurato un grande baldacchino a strisce bianche e blu. A Dario Varotari il Vecchio è attribuito anche l'affresco del soffitto della camera delle ville, una scena che mostra il Tempo e la Virtù che scaccia il vizio.
La villa è circondata da giardini all'italiana e presenta su ogni lato esedre semicircolari. Nei dintorni si trova un oratorio dedicato a San Pollo risalente alla prima meta del diciannovesimo secolo dove sono custodite le tombe di alcuni membri della famiglia Capodilista.
La villa è sede di una tenuta agricola e ospita diverse iniziative di carattere turistico.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.