Questo prestigioso edificio, risalente alla seconda metà del ’500, venne costruito dalla famiglia senatoria bolognese degli Angelelli. Passò in seguito a vari proprietari, tra cui la famiglia Zambeccari, di cui si conservano motivi araldici negli affreschi.
Nell’800 venne acquistata (unitamente alle proprietà fondiarie) dalla famiglia Facchini, il cui ultimo proprietario, Alessandro, la donò al Ricovero di Mendicità di Bologna (oggi Istituto Giovanni XXIII); dal 1996 è proprietà del Comune di Argelato. La denominazione “Villa Beatrice” vuole ricordare la Contessa Beatrice Lanzi Facchini, moglie di uno degli ultimi proprietari della villa, Enea Facchini, scomparsa nel 1884 e ricordata in una lapide collocata sopra la porta della piccola cappella che si trova all’interno dell’edificio, recentemente restaurata.
Il nucleo centrale è affiancato da due ali laterali che delimitano i cortili interni. Il piano terra era riservato agli ambienti di servizio come cucine, cantine e tinelli, il primo piano invece (piano nobile) era abitazione ufficiale dei signori e luogo di ricevimento, mentre il secondo piano era destinato alle camere private. L’interno conserva belle decorazioni attribuite al noto decoratore Cesare Baglione. Il giardino-campagna che creò una continuità sostanziale con la campagna circostante, ospita oggi più di 95 esemplari di alberi di 15 specie differenti.
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