Il tempio di Giove fu costruito intorno al 250 a.C. ed era originariamente dedicato a Giove: fu edificato in un periodo di forte espansione urbanistica della città e divenne ben presto la principale struttura sacra di Pompei. A seguito della conquista della città da parte di Lucio Cornelio Silla, il tempio fu dedicato al culto della Triade Capitolina, per questo chiamato Capitolium e quindi, oltre alla venerazione di Giove, si aggiunsero anche quella di Giunone e Marte.
Il tempio, situato nella parte nord del foro, di tipo italico, presenta un alto podio, lungo trentasette metri e largo diciassette, realizzato con inserti in lava e tufo, decorato con semicolonne e vuoto al suo interno, con ingresso lungo il lato est: questa zona è divise in tre navate, con volta a botte e le mura in opera incerta; i vani, tre per la precisione, chiamati favissa, venivano utilizzati o come depositi, probabilmente dai sacerdoti o come custodia per il tesoro della città. La gradinata che introduce al tempio ha una forma particolare: si tratta in realtà di due fila di scale, che entrambe convergono su di un pianerottolo e da qui una scala più ampia conduce all'altare; ai lati di queste gradinata erano poste due statue equestri, come riprodotto in un affresco della casa di Lucio Cecilio Giocondo.