I documenti in merito all'edificazione del santuario sono pochi e frammentari. Si può affermare che ebbe un'evoluzione scandita in tre tempi: da semplice cappelletta di campagna, a chiesa di piccole dimensioni, fino al Santuario progettato da Pellegrino Tibaldi.
Il santuario è maestoso: i grandi decori si concentrano soprattutto sulla facciata, che, inquadrata dal viale alberato antistante, è divisa in due ordini, quello inferiore scandito da grandi lesene con capitelli corinzi che lasciano posto alle otto nicchie contenenti le statue dei santi e quello superiore, ridotto di dimensione che fa spazio a tre aperture per illuminare la grande navata. L'impostazione dell'edificio è a navata unica, conclusa con un'abside semicircolare; addossati al santuario si sviluppano sul lato destro una piccola sagrestia e su quello sinistro la grande torre campanaria.
All'interno della chiesa, nelle cappelle laterali, si riconoscono alcuni interessanti esempi di scultura lignea secentesca e una Crocifissione di Giovan Battista Crespi, detto il Cerano; l'opera più celebrata e rara della chiesa è però la quattrocentesca Vergine tra i rami di quercia, affresco tardogotico di Michelino da Besozzo.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.