Lo stemma comunale di Villa Minozzo raffigura l'antica rocca di Minozzo della quale rimangono pochi ruderi murari e gli avanzi di una torre. La fattura della malta e l'uso quasi esclusivo di pietre a forma di parallelepipedo, cementate a calce, ricordano costruzioni tipiche degli ultimi anni dell'Impero Romano. La frammentarietà delle fonti impedisce di stabilire con certezza la data di costruzione della rocca che costituiva un munito baluardo a difesa dell'alta valle del Secchia. Essendo proprietà ecclesiastica, la rocca viene adibita, nell'XI secolo, a residenza del preposto alla corte e del presidio di soldati stanziati dal vescovo di Reggio. Durante il governo estense, protrattosi fino alla Rivoluzione Francese, la rocca viene eletta a sede del podestà e del notaio.
La rocca, occupata nella parte inferiore dalle carceri, era vigilata da due guardiole: una sul monte Castellino e l'altra in fondo alla borgata di Triglia. Nel 1521 la fortezza resiste all'assalto di Domenico Amorotto, dando prova di grande potenza. Quando, nel 1796, gli Este vengono spodestati, Minozzo cessa di ospitare il podestà e, nel 1815, la sede del comune viene trasferita a Villa. Lo stato di estremo degrado in cui versa la rocca, divenuta pericolosa per gli abitanti che ne denunciano i frequenti crolli, spinge il comune a decretarne l'abbattimento. Il mancato accordo sulle spese di distruzione ha annullato tale decisione, consentendo ai resti del fortilizio di sopravvivere.
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