Risalente alla seconda metà dell'XI secolo, conserva l'originaria facciata basilicale e il regolare paramento in alberese, oltre alla struttura interna a tre navate su pilastri cilindrici, inglobati però negli attuali, della fine del Settecento.
La complessiva trasformazione tardo settecentesca caratterizza gli interni: il controsoffitto della navata centrale e la decorazione a lesene con trabeazione. La struttura più antica conservata nella pieve è un notevole pulpito del XIII secolo (rimontato nell'Ottocento) con intarsi in serpentino e marmo bianco, retto da due colonne con capitelli corinzi. Sulla parete destra sono alcuni affreschi della fine del Quattrocento di Girolamo Ristori, e Santi, frammentari, del tardo Trecento.
Tra i dipinti, è interessante una grande pala con l'Assunzione della Vergine, e santi (1588-90), di Simone Ferri, opera dal vivace piglio narrativo, proveniente dalla compagnia di San Macario.
Collegato a sacrestia e canonica è il cinquecentesco Oratorio della Compagnia, dedicato in origine all'Assunta, con alti pancali lignei del XVII secolo e una serie di affreschi con Cristo e i dodici Apostoli (1613) del pratese Giovanni del Grasso.
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