L'edificio rappresenta il capolavoro dell'architetto Baldassarre Peruzzi e fa parte di un complesso edilizio più vasto, l'insula dei Massimo, indicata come sede della famiglia Massimo fin dal Medioevo (Cencio Camerario e atti notarili dal XII sec.). Il palazzo attuale, collegato un tempo con tutti gli altri corpi di fabbrica, si dirama infatti all'interno del blocco di palazzi formanti l'insula. Il palazzo si trova nella Regione IX dell'antica Roma, o Campo Marzio, chiamata successivamente Parione, e già dal XII secolo affacciava sulla Via Sacra o Papale, chiamata in quel tratto Via dé Massimi (il plurale che spesso affiora nei toponimi sta ad indicare la famiglia nella sua globalità), e oggi ripercorsa parzialmente dalla moderna Corso Vittorio Emanuele II.
L'attuale Palazzo Massimo fu ricostruito a seguito della distruzione delle precedenti fabbriche durante il Sacco di Roma del 1527 ed insiste sui resti dell'Odeon di Domiziano. Il riferimento alle colonne nel nome del palazzo deriva semplicemente dall'esigenza di individuarlo univocamente tra le altre proprietà dei Massimo, cosa del tutto usuale nell'antichità e che ritroviamo in molti altri nomi di immobili, come p.e. sempre nel caso della stessa famiglia, nella Villa Massimo alle Terme Diocleziane (ossia nei pressi delle Terme di Diocleziano) o anche nel Palazzo Massimo detto di Pirro (dalla presenza di una statua monumentale creduta in antichità rappresentare Pirro, Re dell'Epiro (nemico di Roma, sconfitto nel 275 a.C.) e che invece è oggi esposta nei Musei Capitolini come Marte).
Una delle colonne che si pensa essere appartenuta all'Odeon dell'imperatore Domiziano è stata rieretta nel XX sec. nella retrostante piazza dei Massimi, sulla quale insiste il Palazzo Massimo istoriato, brevemente chiamato "Palazzo istoriato", dalle pitture a monocromo ricoprenti la facciata, dipinte presumibilmente nel 1532 per celebrare le nozze di Angelo Massimo con Antonietta Planca Incoronati.
Il palazzo è aperto ai visitatori ogni 16 marzo, in occasione della commemorazione, nella cappella di famiglia al secondo piano, della miracolosa, breve, resurrezione di Paolo Massimo, riportato in vita nel 1583 per intercessione di Filippo Neri.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.