L'Oratorio di Santa Margherita è ubicato su un’altura a 615 metri di altitudine presso il confine tra i comuni di Torre de’ Busi e di Monte Marenzo. Qui, in località Portola, si imbocca un suggestivo percorso sterrato che conduce alla chiesa è all’area archeologica di un’importante “Castrum”. L’edificio di culto è caratterizzato da un impianto ad aula unica con abside semicircolare di probabile origine tardo-medievali. Al suo interno si conservano affreschi lacunosi databili alla fine del XIV e i primi decenni del XV secolo che, un tempo, ricoprivano interamente le pareti dell’abside, della navata e della controfacciata. Dal punto di vista iconografico essi sono riconducibili a tre temi principali: gli episodi della vita di Santa Margherita di Antiochia sulla parete meridionale e sulla controfacciata, la Majestas Domini nel catino absidale, a sua volta completata da altri soggetti nel semitamburo, l’Annunciazione sull’arco trionfale e gli affreschi devozionali sulla parete settentrionale.
Il ciclo meglio conservato, che rappresenta gli Episodi della vita di Santa Margherita di Antiochia, era costituito prima del 1974, quando fu effettuato uno stacco abusivo, da quindici scene entro riquadri, tredici dei quali disposti su due registri della parete laterale ed i rimanenti sulla controfacciata.
L’ordine di lettura procede da sinistra a destra a partire dal registro superiore della parete laterale per terminare nel riquadro inferiore della controfacciata.
Gli affreschi narrano la storia di Santa Margherita che, orfana di madre, fu affidata alle cure di una nutrice di religione cristiana, all’epoca della persecuzione di Diocleziano e Massimiano. Di lei si innamorò Olibrio, governatore di Antiochia, che decise di sposarla e cercò di riconquistarla alla fede pagana sottoponendola inutilmente a ripetute torture che, anzi, fecero convertire al cristianesimo molti pagani impressionati dalla forza di origine soprannaturale della donna. Essi pure vennero giustiziati e la santa, alla fine, fu decapitata.
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