Il sepolcreto, scoperto nel 1966 durante i lavori per la costruzione di alcune palazzine e scavato negli anni 1982-1983, si estende su gran parte dell’area oggi attraversata dalla moderna via Portuense; all’interno del Drugstore si trovano i resti di cinque tombe appartenenti a questa necropoli, databili dalla seconda metà del I secolo d.C al IV secolo d.C., in parte ricavate nel tufo e in parte realizzate in opera reticolata mista a laterizi.
La più grande di queste tombe, chiamata "tomba A", è del tipo a camera con volta a botte e presenta al centro una grande nicchia rettangolare con la calotta decorata da una conchiglia in stucco. Sulle altre pareti sono piccole nicchie per contenere le urne cinerarie, in seguito trasformate in loculi per inumazioni. Il pavimento a mosaico bianco e nero rappresenta scene di vendemmiae, al centro, l’episodio di Licurgo che assale la ninfa Ambrosia che, per difendersi, si trasforma in ramo di vite. Un’altra tomba, chiamata "tomba D", presenta tre scalini di accesso; è di forma rettangolare con nicchie per le urne disposte su quattro file; alcuni graffiti sull’intonaco riportano i nomi dei defunti.
Nel percorso di visita è esposta anche la "tomba del guerriero della Muratella", una sepoltura eneolitico databile fra il 3700 e il 2300 a.C., intatta nel suo scheletro e nel suo corredo di frecce ed utensili in selce e rame. La sepoltura è conservata all’interno di una teca climatizzata. La tomba venne trovata nel corso di indagini archeologiche preventive nel 2006 nel territorio esteso sul poggio della Muratella, in località Casale Somaini, nei pressi di Via della Magliana. Era una sepoltura isolata a grotticella scavata nel locale strato argilloso.
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