Si tratta della più vasta necropoli della Sardegna prenuragica. La necropoli fu scoperta casualmente nel 1903 durante gli scavi per la costruzione di una casa colonica nell'area della azienda vinicola di Sella&Mosca. Furono in quell'occasione trovati un cranio umano e un vaso tripode.In seguito a questi ritrovamenti l'archeologo Antonio Taramelli effettuò, l'anno seguente, i primi scavi del sito su dieci domus de janas. In seguito ne vennero alla luce altre 21 ed ulteriori lavori di ricerca portarono a 38 le domus scoperte; i picchi di pietra utilizzati per scavarle furono ritrovati numerosi all'interno delle tombe.
I numerosi ritrovamenti (vasi, statuette di dea madre, armi, vaghi di collana ed altro ancora) permettono di ascrivere la necropoli al Neolitico finale (cultura di Ozieri 3200-2800 a.C.) e attestano il suo utilizzo fino nell'età del Rame e del Bronzo (culture di Abealzu-Filigosa, di Monte Claro, del Vaso campaniforme, di Bonnanaro: tra il 2800 e il 1600 a.C.). La necropoli è costituita da due gruppi, di 7 e 31 unità, di domus de janas ipogee; una soltanto è monocellulare mentre le altre hanno planimetrie più articolate e una di esse contiene fino a undici vani. Sono del tipo "a proiezione verticale e orizzontale", ossia accessibili attraverso un pozzetto verticale oppure un dromos discendente, quasi sempre provvisto di gradini, che immettono nel vestibolo.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.