Il percorso all’interno del museo parte dal 1919, quando la cooperativa imolese di meccanici iniziò a produrre macchinari artigianali. La storia prosegue attraverso gli anni Trenta, periodo storico ed economico difficile in cui venne commercializzata la prima macchina per la lavorazione delle arance, con marchio Sacmi. L’incontro con la ceramica, materiale-simbolo della leadership mondiale del Gruppo, e la produzione specializzata di macchine per la produzione di piastrelle avvenne nel Dopoguerra. Negli anni Cinquanta partì la costruzione di presse per ceramica, ma anche il processo di diversificazione del prodotto: negli stabilimenti di Imola si iniziarono a fabbricare macchine per formare linee di produzione di tappi a corona per bevande. Negli anni Sessanta Sacmi continuò a investire in ricerca e sviluppo e mise a punto nuove presse idrauliche per migliorare prestazioni e costi di esercizio. A metà degli anni ’80, la strategia della diversificazione vede Sacmi accettare un’altra sfida: diventare impiantisti nel settore di sanitari e stoviglierie. Un percorso tecnologico, oltre che storico, che giunge agli anni Novanta quando il settore delle chiusure si è cimentato con la plastica e con il settore packaging. Una sezione speciale del museo illustra infine il business in corso di Sacmi, una cooperativa artigianale che ha saputo trasformarsi in un complesso industriale di rilevanza mondiale.