Il palazzo era utilizzato in epoca feudale dai Caracciolo come castello a titolo principesco ed era sito in un'importante zona strategica per le vie di comunicazione: era collegata con Napoli, zona d'origine della famiglia Caracciolo, sia con i feudi vicini, tra cui Montebello, Montelapiano e Pennadomo.
La casa ha dato i natali a San Francesco Caracciolo (1563-1608). San Francesco Caracciolo, curando i lebbrosi nel lazzaretto di Villa Santa Maria si prese la lebbra. Appena si accorse della malattia si rifugiò in una stanzetta adiacente alla cappella, e, tramite un'apertura presso la cappella stessa, poteva assistere alla messa. Il santo fece voto che, se fosse guarito dal male, si sarebbe fatto frate. Così fece.
Il Santo, amante della caccia e cacciatore lui stesso, faceva cucinare nel cortile dai cacciatori al suo seguito la cacciagione ottenuta dalle battuta di caccia, fu così che nacque col tempo la scuola dei cuochi che è sita in Via Roma, 500 metri poco oltre questa casa, in direzione Montelapiano-Montebello sul Sangro. La stanzina ove fece la quarantena il santo è ammirabile dalla rampa sinistra di accesso alla cappella. All'interno della stanzina vi è una statua dipinta del santo in atteggiamento di preghiera.