L'attività estrattiva nella miniera del Cornacchino, poco distante da Castell'Azzara, iniziò nel 1872 per volere di Filippo Schwarzenberg, di origini franco-boeme. Rimasta di proprietà della famiglia Schwarzenberg fino al 1917, anno in cui fu acquistata dalla società Monte Amiata, la miniera del Cornacchino fu molto sfruttata per l'estrazione del cinabro, e in una grotta è stato anche ritrovato del vasellame antico e una moneta di Filippo II il Macedone del 300 a.C., a testimonianza che i filoni di cinabro erano già conosciuti sin dai tempi degli Etruschi. A partire dal 1879, anno in cui l'attività si fece più intensa, nacque qui un piccolo villaggio minerario, e venne anche costruita la palazzina del direttore della miniera.
Le due gallerie che compongono la cosiddetta "galleria Ritorta" risalgono ad un periodo antecedente al 1889 e sono state aperte al pubblico nel 2008. I cunicoli sono lunghi alcune centinaia di metri e ruotano su se stessi. Per scendere è necessario munirsi di attrezzature adatte, fornite dalla Pro loco di Castell'Azzara, che gestisce il museo, ed essere obbligatoriamente condotti da una guida esperta.
La visita può iniziare dalla località Quercia Gobba, dove parte il sentiero boscato del Cornacchino, percorso di circa 500 metri che si snoda attraverso il suggestivo paesaggio boschivo lungo la gola del fosso Cornacchino, fino a raggiungere le due gallerie minerarie della Ritorta. Questo percorso è libero ed è possibile osservare dall'esterno le gallerie anche senza una guida.