Il Fuseum è un parco-museo che raccoglie quasi 150 opere dell’artista e medico perugino Brajo Fuso (1899-1980). Dopo un esordio figurativo, Brajo si diresse verso la sperimentazione, concentrandosi sulle potenzialità del colore, del gesto (anticipando i risultati dell’Action painting di Pollock) e successivamente della materia, fino a divenire uno dei maggiori rappresentanti della poetica "dell’arte del rottame” e dell’oggetto trovato. Il nome Fuseum deriva dalla fusione tra il cognome Fuso e la parola “museum”, secondo la volontà dell’artista e di sua moglie (Elisabetta Rampielli, anche lei pittrice), i quali dal 1960 costruirono nel parco di lecci a nord della città un complesso popolato di sculture realizzate con i più vari materiali, un’opera d’arte realizzata nell’arco di un ventennio e composta da più parti indipendenti tra di loro.
Alla morte dell’artista, la proprietà passò, secondo le sue volontà, al Sodalizio di San Martino, antica istituzione cittadina di assistenza, beneficenza e cultura sorta nel 1574. Nella “Galleria” è stata riunita dal 2008 una ricca selezione di opere di Fuso: undici ambienti già predisposti dall’artista ospitano nuclei di oggetti suddivisi per cicli (Straticromie, Acidocromo, Cromoggetti, Legni, Metalloplastiche ecc.), il cosiddetto “Coccibus” raccoglie gran parte delle sue ceramiche e le prime opere figurative, il “Pittocromo” ricostruisce il suo atelier con gran parte dei materiali e strumenti usati per realizzare le sue bizzarre composizioni.