Il Duomo dei Santi Massimo e Giorgio, cattedrale principale dell’Aquila, rappresenta un raro esempio di stratificazione storica e artistica che riflette la complessa vicenda sismica e culturale della città. Edificato nel XIII secolo in stile romanico e più volte ricostruito a causa di devastazioni e terremoti (noti quelli del 1703 e del 2009), l’edificio ha assunto nel tempo forme barocche all’interno e neoclassiche all’esterno. L’impianto a croce latina a tre navate è arricchito da decorazioni settecentesche, con cappelle laterali, un coro ligneo finemente intagliato, e numerose opere d’arte come la “Madonna tra i santi Massimo e Giorgio” di Girolamo Cenatiempo, tele di Baccio Ciarpi, Teofilo Patini e Francesco da Montereale, e il monumento sepolcrale del cardinale Amico Agnifili, scolpito da Silvestro dell’Aquila. L’illusione ottica della cupola dipinta, attribuita a Venanzio Mascitelli, testimonia la raffinata teatralità barocca, mentre la facciata neoclassica, completata nel 1928 con i due campanili, conferisce monumentalità all’intero complesso, affacciato sulla centralissima piazza Duomo. Più che una semplice chiesa, il Duomo è un simbolo vivente della resilienza aquilana, dove fede, arte e memoria si intrecciano nella materia stessa delle sue pietre.
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