Dalla cripta della primitiva cattedrale di Santa Maria Maggiore si scende a un ambiente sotterraneo che corrisponde a una domus romana risalente al I sec. d.C.. Scavi compiuti nell’Ottocento e negli anni ’50 del Novecento hanno portato alla luce tre ambienti comunicanti e un criptoportico, con pavimenti rivestiti da importantissimi mosaici anche in opus sectile e le pareti ancora in parte ricoperte da una raffinata decorazione su fondo giallo, una delle quali presenta un viridarium con uccellini tra i cespugli. Alle pareti sono incisi numerosi graffiti con versetti poetici, uno dei quali nomina una domus Musae; da qui l’attribuzione alla musa della poesia e l’appartenenza della casa al poeta Properzio. Ma la mancanza di elementi archeologici e storici non permettono con sicurezza di avvallare tale ipotesi. Si tratta quindi di una casa abitata da una persona colta, danarosa e amante del gusto e dell’eleganza.
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