L'edificio rappresenta una tappa importante nella ricerca architettonica rinascimentale del primo Cinquecento. Il progetto, almeno per quel che riguarda la facciata, è attribuito a Bramante. L'impegno dell'anziano architetto del papa, per la chiesa parrocchiale di questo piccolo centro dell'astigiano, sembra doversi al vescovo Enrico Bruno, vescovo di Taranto, nativo di Roccaverano ed amico del Bramante, funzionario di spicco nella corte papale di Giulio II. Una lapide posta sulla facciata ricorda questa committenza e la data di inizio lavori nell'anno 1509: la consacrazione della chiesa avvenne poi nel 1516, ad opera di Giovanni Francesco Bruno, vescovo di Nola e nipote di Enrico Bruno.
La facciata dell'edificio, progettato intorno al 1509, è caratterizzata dal sovrapporsi sullo stesso piano di due schemi templari: uno relativo alla sola navata centrale, delimitato alla sommità da un timpano completo e l'altro esteso all'intera larghezza della facciata, concluso sulla proiezione delle navate laterali con due semitimpani.
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