Secondo una tradizione fu Carlo II d'Amboise governatore di Milano nel periodo di Luigi XII di Francia, dopo essere stato guarito dall'acqua della fonte già famosa per le proprietà taumaturgiche posta in quel luogo, a volere nel 1507 l'istituto; qui potevano essere trasportati "li richi che forse de ogni negritudine vorano essere curati".
Il progetto della chiesa fu a lungo attribuito a Leonardo da Vinci, ma anche a Bramante e a Cristoforo Solari per la presenza di elementi architettonici ispirati dai monumenti classici, fino a che nel 1982 l'archivista Grazioso Sironi ritrovò e pubblicò un contratto del 17 marzo 1508 in cui l'architetto Giovanni Antonio Amadeo appare come il vero progettista ed esecutore.
Nel 1922 la chiesa superiore fu pesantemente trasformata, soprattutto nella facciata, da una ricostruzione operata dagli architetti Griffini e Mezzanotte.
Già il Cesariano nel Cinquecento indicava Santa Maria alla Fontana come una delle tre strutture sanitarie principali a Milano, insieme alla Ca' Granda e al Lazzaretto.
Già convento, nel 1787 fu convertita in una parrocchia ricavando il suo territorio da una porzione dei Corpi Santi di Porta Comasina.
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