La chiesa viene citata per la prima volta nel 1273. Conserva importanti opere d'arte, fra le quali due testimonianze della cultura figurativa post-giottesca: dietro l'altare maggiore, lo splendido Crocifisso dipinto con il Christus patiens, opera di Taddeo Gaddi (1355-60 circa); sull'altare di destra, un'importante pala, in origine cuspidata, tradizionalmente attribuita al Maestro di San Giorgio a Ruballa, ma successivamente assegnata ad Andrea Orcagna, raffigurante la Madonna in trono col Bambino e i Santi Mattia, Giorgio e un donatore (1336). Un terzo dipinto giottesco, il polittico con la Crocifissione e santi di Bernardo Daddi, era qui conservato prima che fosse disperso (oggi è a Londra, nella Courtauld Gallery).
In sacrestia sono conservate tre tele: La Vergine con suor Domenica del Paradiso, opera di Giovanni Domenico Ferretti; Immacolata Concezione, opera di Matteo Rosselli; Martirio di San Giorgio, opera di Giovanni Camillo Sagrestani.
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