A piano terra vi era l'osteria-drogheria di Carlo Verdi e Luigia Uttini, casalinga e allo stesso tempo filatrice, genitori del futuro compositore, con le finestre barrate per alleggerire la cosiddetta tassa sull'aria, una delle mille gabelle che complicavano la vita, specie quella dei più poveri, in inizio Ottocento.
Nei locali destinati oggi ad abitazione dei custodi della casa-museo si trovava la cucina della vecchia osteria. Poco distante, protetti da un portone che sembra macerato da secoli di pioggia, nelle parole di Barigazzi, sono situati i locali che servivano da ricovero per il calesse, il cavallo, i maiali, le galline, il fieno, il forno, e la fornacella per il bucato.
Al primo piano, allo sbocco della scala, in una stanzetta chiusa dal tetto a spiovente, vi era il solaio; poco distante, la stanza dal soffitto basso e con travi a vista in cui Giuseppe Verdi venne alla luce il 10 ottobre 1813, giorno di domenica e festa del patrono locale, San Donnino. L'atto di nascita sarà registrato a Busseto, comune di riferimento.