La proprietà acquistò le attuali caratteristiche nelle mani della famiglia Ambrosio, conti di Chialamberto, il cui esponente più noto fu Domenico Simone di Chialamberto (1754-1803). Gli Ambrosio di Chialamberto, perseguendo una politica di prudenti acquisizioni e giudiziosi matrimoni (Furno, Borda, Sclarandi Scala) raccolsero un cospicuo patrimonio terriero principalmente nei comuni di Villarbasse (di cui diverranno consignori), Bruino, Piossasco e None (regione S. Dalmazzo).
La casa acquistò l’attuale assetto intorno alla metà del XVIII secolo, probabilmente per opera del conte Aleramo di Chialamberto: questa datazione è confermata sia dalla struttura esterna che dalle decorazioni di numerosi soffitti. In particolare, i soffitti di due camere del piano terreno sono ripetizioni in tono minore dei soffitti dell’Appartamento di Levante della palazzina di Stupinigi: quello dell’anticamera che contiene i cartoni d’arazzo e quello, a rami fioriti, del gabinetto con pareti di seta dipinte a fiori. In tempi recenti sono state restaurate le decorazioni tardo-barocche delle pareti di alcuni ambienti che erano state coperte da strati di pittura.
Il giardino si articola su tre livelli collegati da gradini di pietra. Il più alto è un piazzale a ghiaia prospiciente la casa padronale al limitare del quale sono allineate le siepi di bosso scolpite che caratterizzano più diffusamente il secondo gradone. Questo secondo livello è a sua volta diviso in due parti. La prima, centrata rispetto alla casa e simmetrica, è un giardino all’italiana delineato da cordonature di bosso e punteggiato da siepi di bosso più alte e scolpite. La seconda parte di questo secondo ripiano, nota come “giardino all’inglese”, è un boschetto di tassi che, con il suo confine occidentale tenuto tagliato regolarmente, costituisce un vero e proprio muro verde che marca il limite e giustifica l’impianto simmetrico del giardino all’italiana.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.