La biblioteca, istituita nel 1688 grazie a un importante lascito del nobile fermano Paolo Ruffo e a un considerevole contributo finanziario del cardinale Decio Azzolino, fu originariamente impiantata presso la Sala del Mappamondo a Palazzo dei Priori. Tale denominazione le fu attribuita nel XVIII secolo per la presenza di un grande globo lavorato completamente a penna dal cosmografo della regina Cristina di Svezia, Amanzio Moroncelli.
La biblioteca, attualmente dislocata quasi interamente presso Palazzo degli Studi, conserva oltre 300.000 volumi, molti dei quali donati nel 1723 da Romolo Spezioli, medico personale della regina Cristina di Svezia. Tanti altri pervennero nel 1810, quando le Marche passarono dal governo papalino a quello laico del Regno Italico e venne deliberata la soppressione di tutte le congregazioni religiose. I volumi di loro proprietà furono ceduti alla biblioteca che oggi li salvaguardia insieme ai 10.000 testi di archeologia dei fratelli Gaetano e Raffaele De Minicis, acquisiti nel 1872 dal sindaco della città. Fra i volumi più pregiati dell'intera collezione, è indispensabile citare il Libro delle Ore appartenuto a Cristina di Svezia, un manoscritto corredato da varie illustrazioni sulla Vita dei dodici Cesari di Svetonio, un libro risalente al 1473 con le opere di Aristotele commentate da Averroè, un Herbarium dei primi anni del XV secolo, ma anche un'epistola de su gran descubrimiento di Cristoforo Colombo datata 1493, un taccuino con vari schizzi attribuito a Cola dell'Amatrice e oltre 1.000 disegni di Fortunato Duranti.
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