Il complesso fu fondato quale dipendenza diretta della non lontana abbazia di Chiaravalle della Colomba il 5 maggio del 1142, da un gruppo di dodici monaci cistercensi; i frati, guidati dall'abate Viviano, promossero i lavori di costruzione di un insieme di edifici composto da una chiesa, una biblioteca, un refettorio, una cucina, una dispensa e i numerosi dormitori per i monaci, disposti, come consuetudine delle abbazie cistercensi, attorno a un grande chiostro quadrato; il terreno di circa 8,5 biolche parmigiane, all'epoca disabitato e paludoso a causa dei numerosi fontanili presenti in zona, donde il nome di "Fons vivus" (Fontevivo), fu loro donato dal vescovo di Parma Lanfranco e dal marchese Delfino, figlio di Oberto I Pelavicino. I frati intrapresero inoltre un'importante opera di bonifica della zona, compresa tra il fiume Taro e il torrente Stirone e bagnata anche dalle acque del Taro morto. Il complesso è oggi costituito dalla chiesa a nord del chiostro e dall'ex abbazia sviluppata sugli altri tre lati di quest'ultimo e su un'ulteriore ala a sud.
La chiesa ospita una Madonna col Bambino, conosciuta come "Madonna della rosa” per il fiore che tiene nella mano, in marmo rosso di Verona attribuita allo scultore Benedetto Antelami. Tra le altre opere significative vi sono: la lastra sepolcrale in marmo rosso di Verona di Guidone Pallavicino, cavaliere templare protettore della chiesa morto nel 1301, e il monumento sepolcrale al duca Ferdinando di Borbone, morto proprio a Fontevivo nel 1802.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.