La villa romana di Patti è stata scoperta nel 1973, durante i lavori di costruzione di un tratto d'autostrada, quando due piloni hanno distrutto parte del lato nord della villa a 6 km di distanza da Tindari. Anche se le operazioni di scavo sono tuttora in corso e molti vani attendono di essere scavati fino al livello del pavimento, la configurazione generale della villa è piuttosto chiara.
La parte esplorata corrisponde al nucleo centrale della villa, con al centro una corte a peristilio intorno alla quale ruota la zona residenziale della villa. I vani maggiormente rappresentativi, tipici dell'edilizia privata tardoantica, sono costituiti dall'aula absidata, che si apre al centro dell'ala ovest e dal triconco, vero punto focale dell'ala sud, che dal peristilio guarda verso il mare. Il mosaico dell'aula absidata è andato distrutto, ma le pavimentazioni del peristilio e quelli del triconco sono in eccellente stato di conservazione.
Il mosaico del peristilio consiste in una griglia di pannelli quadrati inseriti in una cornice continua di ghirlande d'alloro arricchite da motivi ornamentali e floreali. Il mosaico del triconco ha medaglioni circolari e ottagoni dai lati curvilinei includenti protomi animali. Il livello non elevatissimo tanto del disegno quanto della policromia sembrano indicare nel mosaico il prodotto di un'officina siciliana piuttosto che africana. Ulteriori risultati delle indagini di scavo saranno fondamentali per definire con maggior precisione la cronologia della villa che, sorta nel IV secolo d.C., fu distrutta da un violento terremoto intorno al 400 d.C.
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