Il Museo nasce per la volontà di studiosi locali, Tanino Golino, Paolino Uccello, Carmelo Santoro e Cettina Uccello, che riprendendo la tradizione canicattinese, legata alla lavorazione della canapa e del lino, hanno voluto far rivivere uno squarcio di vita vissuta, che partendo dal medioevo è sopravvissuto fino agli inizi degli anni venti del nostro secolo.
Nella sezione espositiva della Tessitura, protagonista è il telaio, testimonianza della vita contadina Iblea che ha prodotto tessuti di vario genere, dal più umile al più prezioso: frazzate, coperte di lana colorate; cutre, coperte di colore bianco arricchite di motivi simbolici; fasce utilizzate per avvolgere i neonati e viertili, bisacce di tela grezza con tasche laterali. Segue l’esposizione di coloranti naturali tratti da piante tintorie, utilizzati per la tintura dei filati.
Nella sezione espositiva della medicina popolare, il museo propone un percorso di carattere etnoantropologico, con l’esposizione di ricette rimedi degli aromatieri e degli speziali che anticamente curavano le malattie utilizzando i principi attivi delle piante officinali degli Iblei.