Akrai fu una sub-colonia greca edificata in Sicilia nel 663 a.C. dai siracusani. Sorgeva nei pressi dell'attuale Palazzolo Acreide.
La cittadina fu completamente distrutta dagli Arabi nell'827 e il sito, rimasto abbandonato, pian piano venne ricoperto da terriccio e vegetazione spontanea scomparendo alla vista e venendo dimenticato per quasi otto secoli. Uno dei primi studiosi che individuarono il sito della città scomparsa fu lo studioso siciliano Tommaso Fazello; in seguito altri se ne interessarono e in particolare il palazzolese, barone Gabriele Judica, che nella prima parte del XIX secolo intraprese i primi scavi archeologici nel sito di Akrai e descrisse le sue ricerche nel suo libro Le antichità di Acre pubblicato nel 1819.
Gli scavi successivi della città arcaica hanno riportato alla luce il teatro, di piccole dimensioni ma in ottimo stato di conservazione. Sulla parte posteriore sorgono due latomie, cave di pietra, denominate Intagliata e Intagliatella della metà del IV secolo a.C. Sul pianoro sopra la latomia dell'Intagliata si trovano i blocchi di base dell'Aphrodision, il Tempio di Afrodite eretto nel VI secolo a.C.
Sul lato occidentale sorge il Bouleuterion dove il consiglio cittadino si riuniva. Ad est del colle sorgono i Templi Ferali dedicati al culto dei morti.
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