L’antica Cattedrale di San Simplicio, oggi innalzata al rango di “Basilica Minore” costituisce, da sempre, con la chiesa di San Paolo uno dei due poli geografici dell’identità di Olbia.
L’edificio romanico è testimonianza di un intreccio di storie che si cristallizzarono nel XII secolo nelle forme architettoniche che lo caratterizzano. La collina o temenos di San Simplicio, localizzata fuori dal circuito urbano antico, fu utilizzata fin dall’epoca fenicia (750 a.C.) come area cimiteriale e per il culto di divinità legate alla morte e alla rinascita. Il luogo fu occupato, in epoca imperiale romana, dallo sviluppo di un tempio dedicato al culto di Cerere. Con il passaggio all’epoca Costantiniana e paleocristiana il temenos di San Simplicio non perse la sua funzione e l’antico tempio pagano fu rilanciato con il nuovo culto dei quattro Martiri olbiesi: Simplicio, Diocleziano, Fiorenzo e Rosula, che trovarono in questo luogo la loro sepoltura.
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