Il complesso rinvenuto nel 1713 ed identificato con la villa posseduta e descritta da Plinio il Giovane (61-114 d.C.) nella lettera indirizzata all’amico Gallo.
All’interno del parco l’emergenza archeologica comunemente identificata, sulla sola base di dati di carattere topografico, con la villa posseduta e descritta da Plinio il Giovane (61-114 d.C.) già dall’epoca degli scavi promossi dal Sacchetti nel 1713,costituisce l’elemento più rilevante di tutto il complesso storico-naturalistico. I resti archeologici si riferiscono ad una villa di tipo marittimo a nuclei distinti di notevole estensione e completa di muro di cinta che risulta pressoché continuo tranne che nel lato verso il mare dove presumibilmente doveva essere collocato l’ingresso principale. Al centro dell’impianto si estende un grande peristilio di età giulio – claudia a pianta quadrangolare con diversi ambienti disposti lungo i bracci del quadriportico. Un quartiere residenziale è posto ad est su un’ampia piattaforma elevata di circa due metri rispetto al peristilio, si riconoscono resti di muri in opera reticolata e frammenti di pavimenti musivi in bianco e nero. A sud–ovest del quadriportico si estende un impianto termale; l’ambiente più notevole presenta una pavimentazione mosaicata in bianco e nero con la raffigurazione di Nettuno con tridente su carro trainato da due ippocampi tra pesci, crostacei e cavalli marini, datato al 139d.C..
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