Riscoperta a metà dell'800 dall'Ispettore onorario Giovan Battista Guidi sul lato sud-est dell'impianto termale, nuovamente interrata e poi riportata alla luce negli anni '70 del secolo scorso, la costruzione è anche una delle rare testimonianze a Roma di una tipologia abitativa sviluppata su due piani, dove la presenza di una bottega accanto al vestibolo e di una scala indipendente fanno ipotizzare una insula con appartamenti ai piani superiori di classe medio alta e una domus signorile al piano terra e primo piano. Studiata, indagata, staccati gli affreschi per metterli in sicurezza, dopo decenni al buio nelle casse dei depositi della Soprintendenza, ora la Domus (o almeno parte dei suoi dipinti) torna a brillare nella ricostruzione di due degli ambienti principali "ad appena 50 metri da dove si trovavano al tempo".
Si tratta di un Triclinio sul cui soffitto spicca quello che potrebbe essere un Dioniso dai tratti femminei, ma l'ambiente, dice la Serlorenzi, "è ancora oggetto di studi e ricerche per il suo restauro complessivo". E soprattutto c'è il grande ambiente tutto affrescato, che rivela una prima decorazione, tipica dell'età adrianea, con un ricorrersi di prospettive architettoniche, figure umane, statue e felini rampanti; e una seconda "mano", posteriore di appena cinquant'anni, che al tempo la ricopriva interamente ma oggi è più deteriorata.
La Domus è inserita nel percorso di visita delle Terme di Caracalla accessibile con biglietto ordinario.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.