La chiesa di Santa Croce è una chiesa edificata a Ravenna dall'imperatrice romana Galla Placidia; tra il tardo XIV secolo e l'inizio del XVII secolo l'imponente chiesa fu mutilata di alcune sue parti. Il cosiddetto mausoleo di Galla Placidia era inizialmente una cappella accessibile dal nartece di questa chiesa, ma le successive demolizioni l'hanno reso un edificio indipendente.
La chiesa, posizionata nell'area nord-occidentale della città antica, fu edificata su alcune case del III secolo, ormai in rovina. La data dell'edificazione non è nota, potrebbe risalire al periodo tra il 417 e il 421, quando Galla risiedette a Ravenna col marito Costanzo III, o al periodo successivo al 425, quando l'imperatrice tornò nella capitale d'Occidente. La chiesa rimase immutata fino al tardo XIV secolo, quando i bracci nord e sud furono demoliti; nel tardo XVI secolo fu la volta del nartece, mentre nel 1602 l'edificazione della strada oggi nota come via Galla Placidia richiese la demolizione dei sette metri più occidentali della navata.
Solo una piccola parte dell'iconografia originale della chiesa si è conservata: un'idea generale della ricchezza delle decorazioni può essere data dall'apparato musivo del mausoleo di Galla Placidia, le indagini archeologiche hanno restituito alcuni lacerti musivi, mentre le fonti storiche forniscono un'idea di ciò che è andato perduto.
Il pavimento della chiesa aveva porzioni decorate in opus sectile, oltre a rondelle in porfido, su cui secondo Agnello si sdraiava per pregare Galla Placidia; i muri erano decorati da marmi neri, bianchi e policromi.
Tra le raffigurazioni accertate c'era quella dei quattro fiumi del paradiso, presenti all'ingresso della chiesa; molto probabilmente vi era anche un Cristo trionfante che calpesta un serpente e un leone, un'immagine apocalittica presente anche in altri edifici ravennati del V e VI secolo.
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