“il Divisionismo” è uno spazio museale che si propone di documentare una stagione di grande importanza della cultura artistica italiana tra Ottocento e Novecento attraverso la varietà e l’originalità dei linguaggi pittorici utilizzati non solo dai grandi maestri divisionisti, ma da personaggi che hanno dato voce a culture per così dire periferiche per lungo tempo sottovalutate. Il percorso espositivo risulta incentrato intorno al fertile dialogo tra i diversi interpreti di una tecnica audace che ha saputo rappresentare le istanze di un secolo nuovo: dagli artisti socialmente impegnati degli anni novanta dell’Ottocento fino agli approcci empirici in ambito simbolista e ai primi saggi dei protagonisti della rivoluzione futurista per i quali il divisionismo costituiva il linguaggio della modernità.
L’allestimento mira ad evidenziare anche le affinità tra le opere delle diverse aree geografiche di diffusione del divisionismo, cercando confronti insoliti, a volte perfino sorprendenti. Ne sono un esempio il rapporto tra Serafino Macchiati e Giacomo Balla durante il breve sodalizio parigino nel 1900 o tra Plinio Nomellini, Giorgio Kienerk e Angelo Torchi uniti nel legame umano ed artistico della “Scuola di Albaro” uno dei momenti più fertili ed innovativi nei primi anni di diffusione in Italia della pittura divisionista tra il 1891 e il 1895. Tra gli esponenti dei diversi divisionismi non va dimenticato il tortonese Angelo Barabino cui è stato attribuito un doveroso omaggio.