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Cappella di Santo Spirito ed Evasio

Cappella di Santo Spirito ed Evasio

Tra gli edifici che formano il patrimonio storico – artistico di Oglianico la Cappella di Santo Spirito ed Evasio occupa un posto preminente in virtù della sua insistenza all'interno dell'antico ricetto medievale e soprattutto del ciclo di affreschi conservati al suo interno.

Gli affreschi presenti nell'abside risalgono alla prima metà del XV secolo, quando la cappella era ormai passata alla confraternita di Santo Spirito. Secondo un modello iconografico tradizionale, che si era già ampiamente diffuso nel periodo dell'arte romanica, gli affreschi sono suddivisi su due registri. Nel catino absidale è posto il Cristo Pantocratore racchiuso in una mandorla di luce e circondato dai simboli del Tetramorfo; la fascia sottostante, nel semicilindro dell'abside, raffigura la teoria degli Apostoli, che qui compaiono a gruppi di tre come se fossero in colloquio tra loro, ognuno con in mano un libro (la parola di Dio che è stato loro affidata).

Al centro del catino dell'abside è posta il Cristo Pantocratore, con un nimbo giallo e rosso attorno al capo, colto nell'atto di benedire con le tre dita della mano destra, secondo l'uso ortodosso. La sua figura ieratica appare attardarsi su un linguaggio pittorico antico. Curioso è il nodo del cordone che gli cinge la tunica gialla e che pare richiamare il simbolo egizio della croce ansata. Ampio spazio attorno alla mandorla di luce è riservato ai simboli alati dei quattro Evangelisti, l'angelo (per Matteo) ed il toro (per Luca) alla sua sinistra, l'aquila (per Giovanni) ed il leone alato (per Marco) alla sua destra. Colpisce per quanto riguarda Luca il "bellissimo toro naturalistico, con le corna bianche e le ali variopinte, iridescenti".

Due grandi massi sono posti sotto l'arco dell'abside quasi a formare l'abaco di altrettanti capitelli. Sotto di essi troviamo dipinte due figure umane grottesche di sapore genuinamente medievale che, in guisa di telamoni, sembrano intente a reggere il peso dei massi sovrastanti, deformate dallo sforzo. A destra si osserva, raffigurato frontalmente, un uomo barbuto, dal cappello rosso, che presenta un'ampia gobba con la quale regge il peso del masso; a sinistra abbiamo una figura disegnata di profilo, intenta a reggere il masso con tutta la schiena, mentre la deformazione caricaturale coglie soprattutto i tratti del viso rivolto all'insù.

Per quanto riguarda la paternità degli affreschi, sulla base del motivo decorativo in forma di nastro intrecciato che delimita la parte superiore del catino absidato si era prospettato un legame con l'atelier di Giacomino da Ivrea. Tuttavia la presenza nel ciclo affrescato di accenti stilistici diversi non consente di formulare ipotesi attributive sufficientemente fondate.

Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.

Orario Apertura

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Gratuito

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Aggiornamento Pagina: 30/11/2024