La chiesa dei Santi Severino e Sossio è una chiesa monumentale di Napoli sita in via Bartolomeo Capasso, presso il decumano inferiore. Oltre alla sua rilevanza artistica, all'interno vi lavorarono infatti alcuni dei più importanti autori del Rinascimento a Napoli, l'intero complesso monastico, contando oltre alla chiesa anche di un'altra "inferiore", di tre chiostri monumentali, un refettorio, una sala capitolare e due giardini, è di fatto uno dei più grandi della città.
La chiesa, lunga circa 80 metri e larga 40, è a croce latina ad unica navata con soffitto a volte, con sette cappelle a lato, più una cappella per ogni lato della parete presbiteriale lungo il transetto. Le diverse opere d'arte custodite vanno dal XVI secolo al XVIII secolo tra gli artisti segnaliamo: Marco dal Pino, Francesco De Mura, Cavalier d'Arpino, Andrea da Salerno, Niccolò de Simone, Giovanni Bernardo Lama, Giovanni Filippo Criscuolo, Girolamo D'Auria, Giuseppe Marullo, Cornelis Smet, Andrea Ferrucci, Fabrizio Santafede.
L'abside è rettangolare e molto profonda; l'altare e la balaustra del presbiterio sono stati realizzati su disegno di Cosimo Fanzago nel 1640 mentre al 1697 risale il pavimento. Nel 1783 l'altare maggiore fu rimaneggiato, soprattutto nel paliotto, da Giacomo Mazzotti; alle sue spalle, di Belisario Corenzio sono gli affreschi nella volta su Storie del Vecchio Testamento e alle pareti su Storie dell'ordine benedettino, tranne il frontale che è opera di Giovanni Melchiorri. L'organo a canne è del Settecento mentre il coro ligneo risale al terzo quarto del XVI secolo, opera di Bartolomeo Chiarini e Benvenuto Tortelli.
Il ciclo di affreschi di Antonio Solario del Cinquecento riprendente le Storie della vita di san Benedetto, nel chiostro del Platano, risulta essere inoltre una delle più importanti testimonianze artistiche sulla vita santo.
Il monastero, tra i più grandi della città, si sviluppa sul lato orientale della chiesa, a ridosso della cinta muraria del nucleo antico della città, quindi sotto il decumano inferiore. Dal monastero è possibile giungere all'originaria chiesa inferiore (o chiesa vecchia, o anche succorpo) realizzata agli inizi del Cinquecento con gusto rinascimentale. Essa consta di un'unica navata con cinque cappelle laterali nelle quali si trovano numerose tombe databili allo stesso secolo.
Dopo di essa si sviluppano in successione tre chiostri monumentali, artisticamente tra i più rilevanti della città e che ospitano in circa 300 sale l' Archivio di Stato di Napoli, la più ampia e ricca raccolta documentaria dell'Italia meridionale, con volumi, opuscoli, manoscritti, atti ufficiali, pergamene e documenti riguardanti la città di Napoli dal X secolo all'epoca moderna.
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