La visita inizia con la prima parte espostiva TERREDACQUE da mostra a museo, allestita già nel 2014 dall’allora Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto. In queste sale, situate al primo piano del Museo, sono stati esposti i reperti più significativi rinvenuti a Caorle e in siti limitrofi, databili in un ampio arco cronologico che va dall’età del Bronzo recente (XIII—prima metà XII secolo a.C.) all’epoca moderna. Il progetto espositivo, elaborato dalla Soprintendenza, mirava a far conoscere ai visitatori l’evoluzione storico-archeologica dell’area: dal villaggio protostorico di San Gaetano al Portus Reatinum di Plinio al moderno centro di Caorle.
Nelle sale al piano terra è invece raccontata la storia del brick Mercurio, un’imbarcazione da guerra a due alberi, armata con due vele quadre e una vela trapezoidale con un solo ponte, costruita in età napoleonica e ceduta dai Francesi alla flotta italiana. Il vascello saltò in aria il 22 febbraio del 1812, perché colpito al Santa Barbara, cioè nelle polveri poste a poppa, durante la battaglia di Grado, combattuta dagli Italo-francesi contro gli Inglesi. Solo tre marinai dell’intero equipaggio, costituito in particolar modo da Veneziani, riuscirono a salvarsi, gli altri morirono nella terribile esplosione. Il ruolo di bordo, conservato nell’Archivio di Stato di Venezia, ha fornito importanti informazioni sull’equipaggio, comandato da Giovanni Palicucchia. Da questo documento sappiamo che sulla nave era imbarcata anche una donna, la moglie dell’unico cuoco e che a bordo Francesco Martinelli e Lodovico Garbisa, entrambi veneziani, si occupavano dell’attività di calafataggio.