Il museo è suddiviso in 2 sezioni. Dapprima viene raccontata la storia terrestre, poi si introduce il visitatore all’esposizione dei reperti veri e propri resti fossili di piante (equiseti, licopodi, rami pietrificati, infruttescenze) oppure increspature formatesi nella sabbia o modellate dalle onde, cristalli salini pietrificati ed impronte di gocce d’acqua piovana.
Di particolare rilevanza scientifica sono le molte impronte di sauri di varie specie e dimensioni che vanno da quelle di una lucertola a quelli di una tonnellata (Pachypes Dolomiticus). Uniche nel loro genere sono nell’arenaria della Val Gardena, le fossilazioni di pesci e di cefalopodi (molluschi) che possono essere considerati i progenitori degli odierni calamari. Da questi reperti si deduce che nel periodo Permiano questa zona deve essere stata invasa dal mare in cui questi esseri hanno trovato il loro ambiente vitale.
Un diorama aiuterà il visitatore a farsi un’idea di come appariva la Val d’Adige 250 milioni di anni fa, della fauna che la abitava e della flora che la ricopriva.