Il museo, presso l'ex seminario arcivescovile, conserva al suo interno importanti testimonianze storiche del XII secolo e una serie di codici miniati del XIII e XIV secolo. Tra di essi spicca l'Exultet, un lungo rotolo di pergamena ricoperto di finissime miniature illustranti una preghiera omonima della Settimana Santa ("Exultet iam Angelica Turba caelorum..."), e "srotolato" dal diacono durante la predica per farne intendere le parole latine al popolino ignorante. L'opera è databile alla metà del XIII sec. Sempre decorato da miniature è un libro Pontificale databile al 1180 e di fattura bolognese, eseguito apposta per la cattedrale salernitana.
Altro capolavoro in mostra è il Paliotto degli Avori Salernitani, unica opera eburnea dell'epoca quasi interamente conservata e raffigurante, in 67 formelle, scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Citato per la prima volta agli inizi del '500, vi si individua la mano di almeno 4 artisti, di provenienza europea ed orientale. È databile alla metà del XII secolo (più precisamente al periodo 1090 - 1130), e probabilmente decorava l'altare o l'iconostasi della cattedrale. Tra l'Ottocento e l'ultima guerra, alcune delle formelle più preziose sono state "requisite" da collezionisti e/o dagli eserciti occupanti, ed attualmente si trovano divise tra Londra, New York, Parigi (Louvre) e Budapest.