Il museo raccoglie numerose opere donate principalmente dai cittadini di Castelli, che appartengono ad artisti provenienti da celebri famiglie (come i Grue, i Gentili, i Cappelletti ed i Fuina) e che coprono un periodo che va dall'alto medioevo ai giorni nostri. Il museo che dal 1984 aveva sede nel Chiostro dell'ex Convento dei Francescani (attualmente inagibile a causa del terremoto dell'Aquila del 2009), è ospitato nella sede del Palazzo Municipale dell'Artigianato.
Le collezioni del Museo, oltre al nucleo originario costituito dalla Raccolta Civica creata nel 1939 da Polidori, e dagli acquisti succedutesi nel tempo, in parte anche dalle collezioni Bindi e Nardini, comprendono i depositi permanenti del Museo Nazionale d’Abruzzo e delle collezioni Fuschi, circa trenta di maioliche della bottega dei Gentile, e Giacomini, circa cento opere che illustrano i grandi maestri delle produzioni auliche ma anche i manufatti minori del centro castellano. Tra le opere più significative: la “Madonna che allatta il Bambino” di Orazio Pompei, l’opera più antica, datata e firmata della maiolica castellana; i vasi da farmacia della tipologia Orsini-Colonna e le turchine, le prestigiose produzioni cinquecentesche attribuite a Castelli da pochi decenni e prima rivendicate da tutti i maggiori centri ceramici italiani; piatti da pompa compendiari e di serviti seicenteschi, spesso con le armi dei casati committenti, usati anche per essere esposti durante le feste sui camini, sulle cassapanche e sulle consolle; targhe devozionali per la devozione domestica ed ex voto, dai quali recenti studi hanno potuto individuare le patologie di cui erano affetti i devoti.
Il Museo dispone, inoltre, di opere importanti di tutti i grandi maestri dell’Istoriato castellano, dai Grue ai Gentili, ai Cappelletti, ai Fuina che hanno reso famoso il piccolo centro. In due grandi pannelli sono esposti i mattoni del soffitto cinquecentesco della primitiva Cona di San Donato e una documentazione del secondo soffitto seicentesco (1615-17) della stessa chiesa, denominata da Carlo Levi “La Sistina della maiolica”, che è ancora in situ e costituisce un unicum perché è l’unico soffitto maiolicato esistente in Italia. Appartiene, infine, al Museo anche il “Polittico di Colledoro”, la pala d’altare in stile compendiario con i Santi, San Giovanni Battista, Sant’Antonio, Santa Apollonia e Santa Lucia, proveniente dalla chiesetta di Villa Colli.