La tipografia Pliniana espone e fa rivivere se stessa attraverso il proprio Museo Storico. Ci sono ancora le bellissime cassettiere in legno piene di caratteri in piombo, tutti ancora divisi per tipologia e dimensione e gli attrezzi che servivano per la manutenzione delle macchine, dall’ampolla dell’olio al cacciavite, dal martello ai bulloni. Ci sono le scatole con le matrici che venivano ordinate in Inghilterra, tutti i manuali con le istruzioni per il corretto funzionamento dei macchinari.
I cliché in zinco sono posizionati in ordine sul tavolo e alcuni sono appesi alla parete: raffigurano piantine di città, ritratti fotografici, frontespizi di libri, i loghi delle istituzioni che per lungo tempo hanno commissionato alla tipografia innumerevoli pubblicazioni. C’è il rullo ancora impregnato d’inchiostro, come se il tempo, dentro quelle mura, si fosse fermato agli anni Novanta, quando la tipografia ha interrotto la produzione a piombo per introdurre sistemi di stampa più moderni.