Ben conservato è il paliotto d'altare (secolo XVIII) in canneté di seta con una ricca decorazione broccata in oro e seta policroma con, al centro, in un ricamo, la figura di Sant'Antonio abate, compatrono della città. Un grande baldacchino professionale, a otto aste, immette nella sala centrale del museo, in cui sono esposti esempi di suppellettili liturgiche, un'interessante collezione di reliquie e reliquiari che fanno parte del "lascito Cremascoli" (1882) che contava 3.600 reliquie e quella proveniente dalla collezione di Antonio Piacentini.
Fra gli oggetti liturgici di particolare interesse un calice in argento fuso cesellato (secolo XVIII) e un secchiello in lamina d'argento con l'incisione dell'acronimo "Gra.Car" Gratiarum Carthusiae, motto dell'ordine dei frati Certosini. Al centro della sala un grande portale ligneo opera dello scultore Giuseppe Antonimi del 1869 e un "parato" in velluto del 1600. Fra le sculture, il museo espone due pregevoli crocifissioni: un grande crocifisso della prima metà del secolo XV, una delle poche sculture lignee policrome di quest'epoca che per ora si conoscono nell'area del Lodigiano, e un suggestivo crocifisso del secolo XVII. Di sicuro valore artistico le due tele esposte: San Pietro apostolo (secolo XVII) e quello rappresentante San Carlo Borromeo (seconda metà del secolo XVII), ambedue di autori ignoti.