I 21 pezzi ospitati a Randazzo appartengono alla scuola catanese e risalgono agli inizi del novecento. Sono esposti i pupi che, come tradizione vuole, venivano e vengono tuttora utilizzati per portare in scena varianti delle chansons de geste dell'epoca di Carlo Magno e dei suoi paladini. I pupi fanno parte di un “mestiere” del “puparo” messinese Cavaliere Ninì Calabrese, che è stato uno dei più importanti operanti degli inizi del ‘900. Esistono differenze marcate tra le due principali scuole “pupare” dell’isola, e cioè quella catanese e quella palermitana.
I pezzi ospitati in questo museo di particolare interesse etno-antropologico, sono tutti vestiti, come vuole la migliore tradizione, in abiti guerreschi, rappresentano il ciclo famoso della “chanson de geste” dei francesi. Le armature sono state ricostruite intorno agli anni 1912 – 1925, da Emilio Musumeci, valente costruttore di armature di Riposto, allievo del famoso costruttore Puddu Maglia. Parte dei pupi, appartenenti alla stessa collezione, si trova presso il Museo Palermitano delle Marionette.